La mia 600 Multipla
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LA FIAT 600 MULTIPLA TAXI

I ricordi non hanno ombre, sono vivi e sorridono al tempo.

È un pomeriggio dell’estate del 1986 e sono nel mio studio, non ci sono pazienti e fa’ molto caldo. Sto pigramente sfogliando una rivista di Automobilismo quando mi capita sottocchio il seguente annuncio: “Vendo Fiat 600 D e Fiat 600 D Multipla. Telefonare al seguente numero… “, alzo il telefono e chiamo. Mi risponde una signora che molto gentilmente dice che sono l’ennesima persona che chiama e che le auto sono già state vendute. Le spiego che sono tanti anni che cerco una 600 Multipla e le faccio alcune domande sulla macchina, lei non mi sa rispondere e allora chiama il marito che viene al telefono, si presenta dicendomi di chiamarsi Giuseppe e di essere un taxista; gli chiedo allora, visto che le auto sono già state vendute, se per caso non sia a conoscenza di un’altra 600 Multipla in vendita, magari di un suo collega, lui al momento non lo sa e allora mi dice che s’informerà e di richiamarlo più avanti. La cosa sembra finita lì. A settembre dello stesso anno mi capita sottomano il numero di telefono di Giuseppe e lo richiamo. Dice di ricordarsi molto bene di me, e che purtroppo non ha trovato nessuna Multipla in vendita e aggiunge che la sua 600 D l’ha venduta, ma che la Multipla lui ce l’ha ancora perché ha avuto una discussione con il potenziale acquirente e ha deciso di non venderla più. Stiamo un po’ al telefono parlando della macchina e prima di chiudere la telefonata gli chiedo se posso vederla, lui acconsente e il giorno dopo mi reco alla sua villetta di Segrate.

Scendo dall’auto e vedo un uomo robusto, con dei grossi e spioventi baffi bianchi che mi viene incontro sorridente, è Giuseppe. Mi fa entrare nel patio e facciamo subito amicizia, mi mostra il quaderno dove ha annotato tutte le numerose telefonate ricevute, poi, finalmente, mi fa vedere la Multipla. È di colore verde pisello, è stata riverniciata dopo che l’ha mandata in “pensione” ed è il vero modello Taxi da piazza di Milano del 1962. Parliamo per ore e mi mostra tutti gli accessori che conserva gelosamente: la scritta Taxi, il tassametro Argo e tante altre cose, alla fine resosi conto del mio sincero interessamento, decide di vendermela. Devo promettergli però, di accudirla con passione e di non rivenderla se non per assoluta necessità.

La settimana successiva la porto dal mio carrozziere di fiducia, perché sono intenzionato a ripristinare il suo colore originale: nero e verde (il colore è un retaggio del ventennio, il duce aveva disposto camicia nera e pantaloni verdi per i taxi n.d.r.) inoltre tra i due colori vengono verniciate due sottili strisce rosse e bianche lungo le fiancate; in seguito mi reco alla sede storica dell’officina dei taxi in via Messina e lì faccio montare il tassametro.

Dal giorno in cui mi ha venduto la Multipla, con Giuseppe siamo rimasti grandi amici, vado a trovarlo spesso per sentire i suoi preziosi consigli sulla macchina, mi fermo volentieri a cena da lui con la mia futura moglie, e lo invito al mio matrimonio chiedendogli se avrebbe piacere di guidare il “Taxi” per accompagnare la sposa in chiesa, ma lui pur avendone voglia non si fida perché ha problemi di vista e ha smesso di fare il tassista, comunque mi fa’ piacere che accetti di venire alla cerimonia. La nostra bell’amicizia prosegue per anni, è una bella persona, un uomo sincero e onesto, gioviale e simpatico, un personaggio di altri tempi. Un giorno mi telefona la moglie di Giuseppe per un consulto, vado a visitarlo il giorno dopo, ma il suo diabete un po’ trascurato ormai ha già fatto dei danni e dopo qualche mese viene ricoverato in una struttura di lungodegenza; l’ultima volta che vado a trovarlo purtroppo non mi riconosce più.

Sono passati ventisei anni da quel giorno a casa di Giuseppe e la vettura parte sempre al primo giro di chiave, la uso ogni tanto nelle grandi occasioni o per il piacere di fare un giro per la città... Ho fatto da autista al matrimonio degli amici più cari che mi chiedono di usarla per la cerimonia, altre volte la uso per andare a fare le visite domiciliari nel mio quartiere di Figino, alla periferia di Milano, o per andare a visitare le Suore.

Una sera di tanti anni fa’, al solito appuntamento del lunedì con gli amici per andare a giocare a pallone, mi sono presentato con la “mia Multipla” e ho chiesto a Ivan Capelli di guidarla. Eravamo in sei a bordo con le borse da calcio e siamo arrivati felicemente al campo, la macchina aveva tenuto benissimo i controsterzi del pilota! Qualche volta mi è successo di fare veramente il tassista e di andare a prendere sotto casa in cappello da autista, guanti bianchi e divisa impeccabile i miei amici Alessandro e Ascanio per una scommessa calcistica persa, per poi invitarli a cena in un gran ristorante. Lo stupore della gente che vede passare la Multipla è collettivo, si girano tutti a guardarla e sorridono divertiti. La cosa più bella però, è incrociare i vecchi tassisti che ben la ricordano; alcuni suonano il clacson e salutano dal finestrino, altri addirittura mi fermano per vederla meglio e raccontano le loro esperienze e i loro ricordi degli anni ‘60 legati alla macchina.

Dopo parecchi anni e lunghe ricerche riesco a trovare un carrozziere che mi aiuta ripristinarla e nel giugno del 2011 inizia il restauro. L’idea è di conservare più possibile l’originale della carrozzeria e delle parti meccaniche e anche se la macchina è ancora tenuta molto bene, decido di sostituire i fondi posteriori e i sottoporta posteriori, alcune guarnizioni e riverniciarla completamente.

Il lavoro è ormai ultimato e sono soddisfatto, anche se ho fatto penare parecchio il mio carrozziere Franco per trovare la giusta tonalità di verde. Ora è il momento delle foto, romperò le scatole al mio amico Vaky al più presto, so che farà degli scatti grandiosi magari anche con le Suore.

La Multipla è sempre presente nei miei ricordi da quando avevo 26 anni, ne sono passati altrettanti e i veri taxi rimasti in circolazione sono molto rari; si trovano 600 Multiple versione 5 o 6 posti riadattate a Taxi, ma non è la stessa cosa… I Taxi, anche se numerosi un tempo, sono stati tutti sfiancati dall’uso eccessivo e dall’usura degli anni, i pochi esemplari sopravvissuti sono merito di personaggi come Giuseppe che li hanno ben accuditi.

Il costo della vettura all’epoca era di 865.000 lire, non poco per allora e circa 100.000 lire in più rispetto alla versione base, e sicuramente ha un fascino unico, è la prima monovolume della storia frutto della fantasia creativa dell’ingegner Dante Giacosa che dovendo progettare un’utilitaria spaziosa per le famiglie disse: «Se riesco a posizionare i sedili sopra le ruote anteriori ho risolto il problema».

Ci riuscì e così nacque la Multipla.

Sergio Maiuri

 

 
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